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Ninnananna Ninna-o

I bambini sono abitudinari e costruire la routine permette loro fin da piccoli di interiorizzare lo schema della giornata e sapere cosa aspettarsi nel prossimo futuro. In questo modo si riduce moltissimo l'ansia del non sapere che cosa accadrà: per il bambino la routine è rassicurante, gli permette di sentirsi in un ambiente con delle certezze e delle costanti. La routine gli dà la sicurezza che i suoi bisogni saranno soddisfatti, così inizierà da solo a cercare nell'ambiente dei punti di riferimento spazio-temporali per orientarsi in maniera sempre più precisa e consapevole.

Ok. Questa è la teoria.

La capisco e la condivido e ho sempre cercato di scandire una routine per i miei bambini: la routine della pappa, quella del bagnetto e quella della nanna.


O meglio, in linea di massima, cerchiamo di fare le cose nello stesso ordine e con tempi e modalità che si ripetono, ma non sono mai stata troppo rigida, perché ritengo anche che i bambini debbano imparare ad essere flessibili e a gestire le “complicazioni” con serenità sia da piccoli che una volta adulti.
Per questo motivo, se durante la settimana, quando loro sono a scuola, tutto accade con orari e tempi prestabiliti, nel fine settimana è tutto un po’ meno regolare. Se il tempo è bello e siamo al parco, capita che ci tratteniamo una mezz’oretta in più a goderci il sole a discapito dell’inizio del pranzo o della cena. Se abbiamo diverse commissioni da sbrigare, succede che pranziamo fuori, con il menù che non sempre prevede verdure e il pisolino pomeridiano fatto in auto invece che nel letto.
A parte queste libertà nel fine settimana, di solito cerchiamo di essere più metodici, peccato non vada a finire sempre tutto come nel manuale della “mamma perfetta”.

La nostra routine della sera prevede: denti, pigiama, libro, coccole, nanna.
Dopo un "non voglio lavare i denti" e una corsa intorno al divano per infilargli i pigiami, è la volta di scegliere il libro.
Nove volte su dieci ognuno dei due vuole leggere una storia diversa, così i libri diventano due, letti con numerose pause tra varie domande e “il libro lo tengo io” e “questa pagina la giro io”.
Quando tutti i racconti giungono al termine e le pigiapesti sono sotto le coperte, parte il coro degli "ho fame", "ho sete", "mi scappa la pipì".
Una volta espletati tutti i bisogni, il manuale di cui sopra prevedrebbe che la mamma uscisse dalla cameretta dopo aver dato un bacio ai suoi tesorini, ma farò outing e vi confesserò che io resto lì a fargli compagnia.
Non chiedetemi perché.
È iniziato tutto 5 anni fa. Ero contraria al metodo Estivill, non ho mai saputo resistere ai loro occhioni che mi chiedevano di restare lì vicino a loro e mi sono fermata.
E continuo a farlo ancora.
In realtà adesso Tommaso si addormenta da solo, io resto accanto a Ludovica, a farmi martoriare le labbra, perché lei si rilassa così e ad addormentarmi, sicuramente prima di lei.

C’è un libro che gli propongo, quando facciamo davvero tardi a sbrigare le pratiche dei preparativi della nanna.


E’ un libro che accontenta sempre entrambi forse perché in realtà più che una storia e una nenia e li aiuta a rilassarsi.

Si tratta di “Ninnananna Ninna-o” testo di Giovanna Mantegazza e illustrazioni di Giulia Orecchia, edizioni La Coccinella.


Un libro cartonato di quelle collane con i buchini che piacciono tanto ai bimbi piccoli e infatti è un libro che fa parte della nostra libreria da tempo, ma forse anche per questo è uno di quelli a cui siamo più affezionati.
Un classico libro della buonanotte che più classico non si può.
Una lenta, dolce, cara ninnananna che fa parte della nostra tradizione e che risuona nelle orecchie e nel cuore di tutti noi praticamente da sempre.

 “Ninnananna Ninna-o questo bimbo a chi lo do?” 🎶

Comincia così la famosa filastrocca che ci ha accompagnati tutti da bambini.
Il seguito della ninnananna poi varia a seconda delle regioni di appartenenza, dei ricordi della nostra infanzia, della nostra fantasia. C’è la befana che lo tiene una settimana o l’uomo nero che viene a prenderlo per un anno intero!
Ognuno di noi avrà la propria versione personalizzata o si sarà divertito ad inventare nuove rime facendo riferimento alla propria quotidianità, aggiungendo nomi familiari, oggetti conosciuti o al contrario strampalati, bizzarri, nonsense.


Questo libro con il buco racconta in rima il viaggio immaginario di un bambino con la tutina da notte e con il ciuccio, fino ad arrivare lassù nel cielo, dove incontra nuvolette, cicogne di passaggio, magici trenini, giostre immaginarie…


Pagina dopo pagina, lo spicchio di luna che osserva il bambino e lo accompagna nel suo volo fantastico si assottiglia gradualmente, divenendo sempre più piccolo.
Il buco si rimpicciolisce, fino a trasformarsi in un puntolino dove solo il ditino di un bimbo piccino riuscirà a infilarsi.


Arrivati a questo punto, la speranza è che il bambino si sia serenamente addormentato come accade al piccolo riccioluto protagonista della storia, protetto dalle braccia amorevoli del Signor Sonno che lo piglia e gli soffia sulle ciglia.


Tra l’altro il Signor Sonno è ormai l’amico fidato delle nostre notti, colui che passa solo quando i bambini sono distesi tranquilli con gli occhi socchiusi e li porta nel mondo dei sogni.
Adoriamo questo libro perché lo leggiamo canticchiando lasciandoci trasportare dalle rime baciate e dalle dolci illustrazioni serene e rassicuranti.
Perfino Tommaso, che ogni volta dice “ma è da piccoli, mamma!”, si lascia cullare tranquillamente.

Qual è invece la vostra routine della sera? ☺️
E il vostro libro della nanna preferito? 🌙

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