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Visualizzazione dei post da giugno, 2018

Non solo mamma

L'altra sera aperitivo con le amiche . Tutte mamme . Sarà stato il posto magico in cui siamo state – i Bagni Misteriosi - che ci hanno catapultato in una realtà alternativa, scandita dal ritmo lento della musica di sottofondo e dal muoversi cheto dell’acqua o sarà stato semplicemente l’alcool e la piacevole compagnia, fatto è che in quelle ore sono riuscita a mettere da parte tutto il resto. Non c’erano bimbi da trascinare via dal parchetto , scendendo a tutti i compromessi del caso. Nessun bagnetto da fare – perchè meravigliosa la vita all'aria aperta e le belle giornate, ma il bagnetto tutte le sere è davvero mooolto impegnativo. Non c’era la cena da preparare e i “ non volevo questa pappa, mamma! ” da gestire. Niente denti da lavare né espedienti per farli addormentare. C’ero io e il drink da scegliere, le chiacchiere e le risate. Forse per la prima volta non mi sono sentita in colpa di non essere a casa con loro. E così mi sono ricordata delle parole di Massimo Rec

Slingback per tutte!

In questi giorni ero alla ricerca di un paio di scarpe eleganti ma non troppo, originali ma anche semplici, pratiche ma non sportive. Insomma: un’impresa! Ma quando si tratta di scarpe, non c’è missione impossibile che tenga. Noi donne sicuramente ne usciamo vincitrici e con una scatola di scarpe nella shopper! E così è stato anche questa volta. Sfogliando riviste di moda e buttando un occhio su internet, ho scoperto il ritorno delle slingback ! Innanzitutto ho scoperto il loro vero nome. Io le ho sempre chiamate Chanel , in onore dell’inimitabile Coco Chanel che le ha inventate poco più di 60 anni fa. Le scarpe con il tacco medio, chiuse in punta, aperte sul retro, sigillate da un cinturino sottile dietro la caviglia e realizzate per la prima volta all'epoca (correva l’anno 1957) in pelle bicolore: nero e beige, le nuance emblema della maison. Scarpa-icona Chanel bicolore (1957) Io ho almeno due slingback tra la mia collezione di scarpe: una è rosa cipria e l’altr

Le posizioni dell'Amore

In questi giorni mi è capitato di riflettere su com'è cambiato il mio modo di dormire - e non solo quello - negli ultimi quattro anni e mezzo (“quasi cinque”, come direbbe Tommaso!). Tutto è cominciato prima dell’inizio, quando ancora aspettavo Tommaso e l’unico modo per trovare una posizione che mi consentisse di dormire era abbracciare il “serpentone” (ovvero il cuscino di allattamento lungo). Poi quando è arrivato lui, - il mio minuscolo fagottino - non voleva far altro che ciucciare e starmi attaccato addosso. Per i primissimi mesi, di notte mi chiedeva la tetta anche ogni ora. Pian piano i tempi si sono dilatati, ma io ero troppo stanca per allattarlo e subito dopo per trovare la forza di alzarmi, cullarlo e metterlo nel suo lettino. Così dormivamo insieme . Era la soluzione che faceva star bene lui, sempre desideroso di contatto fisico , e anche me perché mi consentiva di recuperare le energie e, lo confesso, mi ha sempre inebriato dormire con il suo profumo sotto il naso.