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C'era una volta...

C’era una volta una donna, con le sue fragilità e le sue paure, con la sua tenacia e la sua forza, con la bellezza della consapevolezza della sua femminilità, con i momenti belli e quelli bui, con le sue sconfitte e i suoi traguardi, tra mille dubbi e infinite paranoie, con tutto il percorso fatto che l’ha portata in quella sala parto pronta (o quasi) a dare la luce al suo bambino.
Dopo aver aspettato e immaginato il suo viso per mesi, finalmente arriva il momento. Al corso pre-parto le ostetriche dicono: “solo quando la mamma è pronta, il bambino arriva”.
Quando sei lì, pronta non ti senti per niente (sarà per questo che poi il travaglio dura sempre un bel po’?!) ma ormai indietro non si torna. Il tempo ovattato color pastello dei preparativi è terminato. Il tuo bimbo sta arrivando e tu devi essere pronta per forza. Da quel momento in poi, pronta ti sentirai poche volte, ma tante saranno le cose che farai comunque, guidata da quell'istinto materno che solo dopo capisci cos'è.
Un attimo prima stai urlando dal dolore, dalla fatica e dalla stanchezza, un attimo dopo stringi un minuscolo fagottino sporco e rugoso e ti senti vuota e carica allo stesso tempo. Insieme al tuo bimbo, in quel momento nasce una mamma.


Una donna diversa da quella che per anni hai imparato a conoscere e ad accettare (a volte a fatica) e adesso sono due le persone che devi provare a comprendere. Ma non ha importanza in quel momento. Sei pervasa di adrenalina e ti senti una super donna: tu hai messo al mondo quell'esserino perfetto. Nulla è più importante di questo. Mai prima di quel momento ti sei sentita più potente di così. 
Ma come succede a Cenerentola, l’incantesimo è destinato a svanire… di solito la mezzanotte corrisponde con il rientro a casa e alla vita di tutti i giorni. Se nel reparto Mamme dell’ospedale ti sentivi protetta e al sicuro, appena fuori inizi a sentirti spaesata, bombardata da voci e consigli non richiesti.
Ti chiedi se sei adeguata, ma non hai tempo per risponderti, perché devi capire come attaccare il tuo bimbo al seno (possibilmente senza soffrire troppo), come calmarlo quando piange, riprenderlo in braccio quando, dopo averlo rasserenato, l’avevi messo nella sua culletta e lui ha ricominciato a piangere, cambiargli il pannolino, attaccarlo di nuovo, metterti sul letto a riposare un po’ e subito dopo cambiare di nuovo il pannolino.
Col passare dei mesi, le cose vanno meglio, vi studiate, trovate il vostro equilibrio e imparate a conoscervi. Soprattutto scopri che tutte le cose non dette sulla maternità dalle fonti ufficiali sono le stesse che hanno vissuto e stanno vivendo altre mamme come te. Così chattare alle 3 di notte con l’intero gruppo whatsapp del corso preparto ti fa stare decisamente meglio. 
Piano piano quella neo-mamma imparerai a conoscerla sempre meglio, ma ti chiedo una cosa: cerca di non essere troppo severa con lei.
Sì, è vero, non è più sul pezzo come prima e tante cose se le dimentica. Si trascura un po’ e qualche volta ha perfino pensato di poter uscire di casa senza trucco, ha dimenticato di fare la tinta o ha rinunciato ai vestitini e ai tacchi in nome della tanto osannata comodità.
E’ sempre di corsa, ha sempre mille cose da fare e la sensazione di farle tutte male. La mattina va in ufficio, pensando a cosa preparare per cena, incastra riunioni di lavoro con quelle della scuola, organizza la tata, fissa la visita di controllo dal pediatra, va a fare spesa, va a prendere i bimbi a scuola, torna a casa dove inizia il suo secondo lavoro e mentre prepara il minestrone, assaggia deliziata quell’ottimo piatto di verdura di plastica che le ha preparato sua figlia. Fa il bagnetto ai bimbi e intanto carica una lavatrice e mentre i bimbi saltano sul letto, che è più divertente di asciugarsi i capelli, il minestrone si brucia e addio buoni propositi! Pasta in bianco per tutti!
E’ sempre stanca, perché dopo giornate così lunghe non sempre la notte riesce a dormire: c’è il risveglio per la poppata e quello del ciuccio perso nelle pieghe delle coperte, la sveglia per la tosse che non dà tregua (a tuo figlio e neppure a te!) e quella per l’incubo inconsolabile, la levata per la pipì imminente e quella per l’acqua che nella bottiglietta è finita (sorvoliamo sul risveglio causa vomito).
E’ sempre stanca e quindi spesso perde la pazienza al minimo capriccio e poi si sente in colpa, perché ha alzato la voce con i bimbi e non è stata capace di autocontrollarsi. Si innervosisce con il papà, che è un pungiball perfetto.
Si deprime perché casa sua è ben lontana dal somigliare a quella del Mulino Bianco. Ma forse qualcuno dovrebbe ricordarglielo che quella era solo una pubblicità, per carità, una delle più belle e più riuscite nella storia degli spot, ma pur sempre una finzione. La famiglia del Mulino Bianco non esiste. Inutile affliggersi.
Lei ha quella smania di perfezione che la agita tanto: vorrebbe avere la casa perfettamente in ordine, il lavoro dei sogni e tanto tempo da passare con i suoi bimbi. Invece la casa è sempre in disordine, il lavoro è quello che è e il tempo con i bimbi diventa l’arte del ritaglio.
Dovresti dire a quella mamma che non importa: oggi creiamo i ricordi di domani dei nostri figli e loro domani non si ricorderanno se la casa era pulita, ma se la loro mamma gli leggeva la storia della buonanotte o se giocava con loro sul tappeto dopo cena. Quello si ricorderanno.
Prova a dire a quella mamma di rallentare un pochino, di prendere le cose con più calma e di godersi ogni singolo momento trascorso con i suoi bambini. Sono impagabili.
Dille di volersi bene un po’ di più. E’ vero che adesso è una mamma e ha tante responsabilità, ma resta pur sempre una donna, con i suoi desideri, i suoi hobby e i suoi pensieri. E anche se ama alla follia i suoi figli e farebbe di tutto per loro, è giusto che faccia anche qualcosa per lei, che si ritagli i suoi spazi e che continui a sognare come faceva quando aveva quindici anni.
Ricordale che lei è forte e che è una mamma, quindi saprà sempre cos'è più giusto per suo figlio. Dille pure che può tapparsi le orecchie e iniziare a canticchiare se qualcun altro si permetterà di giudicarla. I consigli sono ben accetti, certo, ma chissenefrega se il figlio del cugino della sorella ha già iniziato a gattonare; fa niente se le verdure sono congelate e non fresche; a chi importa che il figlio del vicino ha buttato il ciuccio o che il nipote dello zio ha già tolto il pannolino e se allatti ancora o non allatti più, non provare a giustificarti con nessuno: è una decisione che riguarda solo voi due!
Dille di non aver paura. Una mamma scopre presto che l’Amore e la Paura vanno a braccetto: la responsabilità per quell'esserino a volte ti attanaglia e non ti fa dormire la notte (e magari sarebbe stata la notte giusta!). Tu dille che la paura non può gettare un’ombra su lei e la sua famiglia. Non sarebbe giusto, prima di tutto per quel bimbo che imparerà ad affrontare la vita proprio con lo spirito con cui lo vedrà affrontare dalla sua mamma. Con la paura e le preoccupazioni col tempo impariamo a convivere perché diversamente non si può fare.
Ah… e dille di ridere! Di sorridere sempre. Dicono che i bambini quando sono piccoli sono lo specchio delle espressioni che vedono sul volto della loro mamma.

Insegnagli a sorridere, ché la vita è più bella se la guardi sorridendo!


Torta di pannolini realizzata dalla mia amica Gabriela
per l'arrivo di Tommaso

Commenti

  1. Ross! Disamina perfetta di aspettative, desideri e realtà della nascita del primo figlio....aspettiamo il racconto della nascita del secondo! 😉 un abbraccio. Gio

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    1. :) Grazie, Giò! Prometto un post anche sul secondo!... non si dica che i secondi vengono trascurati! :)

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  2. Si anch'io vorrei leggere un post sul secondo bimbo....sai com'è....Non sono una mamma ma sono pur sempre una seconda figlia😁 proprio come Ludovica 😄

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    1. I secondi figli hanno.una marcia in più!!...a breve il post! ;)

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