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I colori delle emozioni

A casa nostra il momento preferito per leggere è indiscutibilmente quello prima di dormire.
Il rito della buonanotte prevede che, dopo aver lavato i denti, i bimbi scelgano la favola da leggere, non senza diverse diatribe e discussioni. La maggior parte delle volte, le storie sono due, perché loro sono due, perché in quel momento ognuno vuole leggere il racconto che non sta leggendo l’altro, ma soprattutto perché ogni ragione è buona per posticipare il fatidico incontro con Morfeo.

C’è un libro che piace molto a entrambi e quando uno dei due lo sceglie, riesce stranamente a mettere d’accordo anche l’altro.


Si tratta de “I colori delle emozioni” di Anna Llenas, un libro pop-up che prova a fare ordine fra i vari stati d’animo in maniera creativa ed originale.


Tutti noi, adulti e bambini, proviamo nel corso della vita diverse emozioni: gioia, rabbia, tristezza, paura. Ognuno di noi però le elabora e le gestisce in modo diverso.
La capacità di individuare, riconoscere, gestire e modulare le proprie emozioni non è innata, ma viene appresa nel corso della nostra infanzia ed è chiamata “intelligenza emotiva”.
Tra i compiti dei genitori c’è anche quello, non facile, di aiutare i propri figli a riconoscere ed esprimere le proprie emozioni, educando loro e se stessi alle emozioni.
Come ci ricordano pediatri e psicologi dell’infanzia, i bambini non possiedono ancora gli strumenti necessari per elaborare tutti gli eventi della vita, mentre le emozioni ad essi associate sono spesso molto intense ed è quindi importante aiutarli a comprenderle.

Imparare a dare un nome ai diversi stati d’animo, condividerli anche con gli altri, è indispensabile per sviluppare una sorta di alfabetizzazione emotiva che consentirà ai nostri figli di essere empatici anche nei confronti delle emozioni altrui. Insegnargli che i sentimenti che provano, anche la rabbia e la tristezza, sono tutti normali e, anche se poco piacevoli, poi passano e non bisogna averne paura.

Gli adulti spesso riescono a percepire e manifestare solo pochi sentimenti, perché alcuni per cultura sono approvati e incoraggiati, come la gioia, mentre altri considerati negativi, come la paura e l’invidia, sono da nascondere o da temere.
Al contrario, tutte le emozioni hanno la stessa importanza e non sono né positive né negative, adatte al genere femminile piuttosto che al genere maschile. Per questo è fondamentale aiutare il bambino a riconoscerle e ad esprimerle con le parole.


Noi possiamo osservarli, ascoltarli quando provano a raccontarci un loro stato d’animo e provare a dare un nome alla loro emozione, per aiutarli ad identificarla. Quando, dopo aver ricevuto un “no”, un bambino inizia a piangere o a fare i dispetti, dovremmo fermarci a spiegargli cosa sta succedendo. “Lo so che sei arrabbiato perché avresti voluto quel gioco e lo capisco, anche a me capita di arrabbiarmi quando non riesco ad ottenere una cosa, ma non possiamo comprare un giocattolo nuovo tutti i giorni.”.

Poi, come sempre, ci sono i libri a darci una mano a trasferire concetti importanti che risultano complessi da spiegare.
Uno di questi è proprio “I colori delle emozioni”.


Il mostro dei colori ha fatto un gran pasticcio: ha mescolato tutte le sue emozioni e così è confuso e non capisce cosa gli succede. Anna Llenas aiuta lui e i piccoli lettori a mettere un po’ di ordine e a riconoscere le diverse emozioni associandole a colori diversi.

E’ un libro bello e immediato, perché usa colori e immagini semplici per comunicare il complesso modo delle emozioni umane.

Non voglio svelarvi altro, ma sono curiosa di sapere qual è il colore e quindi l’emozione che i vostri bambini si ricordano di più.

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