Qualche giorno fa siamo andati al cinema a vedere Gli Incredibili 2.
Tommaso mi chiedeva di andarci da quando eravamo ancora al mare. Con tutti i trailer partiti molto prima della fatidica data, era un continuo “quando andiamo, mamma?” Difficile spiegargli che quello che vedeva in TV non era ancora nelle sale.
Stranamente non ci siamo presentati al botteghino il giorno dell’uscita. Il nostro momento è arrivato finalmente in un pomeriggio di pioggia.
Ovviamente le pigiapesti erano super gasati per il solo fatto di trovarsi sprofondati nelle poltroncine di velluto, di fronte al maxi schermo e con un secchiello di pop-corn più grande di loro in mano.
Dall'alto dei suoi 5 anni, a Tommaso è piaciuto molto il film: ha riso delle buffe vicende di papà Incredibile alle prese con il piccolo Jack-Jack e ha adorato le scene di combattimento tra supereroi. Ludovica, invece, in alcuni passaggi si è spaventata, confermandomi quello che da qualche pellicola Pixar a questa parte sospettavo, ovvero che questi film di animazione sono sempre più adatti a un pubblico di diversamente adulti, piuttosto che di bambini.
Al di là di questa considerazione, più in generale, ho apprezzato molto la storia. Solitamente non amo i sequel, finiscono per risultare banali e riduttivi rispetto all'originale, ma in questo caso ho trovato geniale il fatto che, pur essendo realizzato dopo quattordici anni dal primo capitolo, la storia riprenda esattamente da dove si era interrotta. Soprattutto la storia non perde efficacia, ma anzi, a mio parere finisce per diventare ancora più credibile e “moderna”, grazie anche alle enormi conquiste tecniche che ne aumentano la componente action e la rendono più spettacolare, come d'altronde deve essere per un film di supereroi.
Altro elemento dirompente è la scelta di ribaltare la prospettiva rispetto al primo capitolo. Sì, perché questa volta viene scelta Helen (Elastigirl) come “donna sul campo”, mentre Bob (Mr Incredibile) rimane a casa a badare ai figli.
In qualità di mamma, non posso che approvare questa scelta, che può sembrare rivoluzionaria, ma in qualche modo asseconda lo spirito dei tempi, in cui le donne occupano spazi e ricoprono funzioni prima inaccessibili, sebbene sia ancora piuttosto difficile uscire dal ruolo ordinario di mamma.
Per compiere la missione che le viene affidata, Elastigirl deve lasciare la sua famiglia per qualche giorno. Riuscirà nel suo compito, grazie al supporto e all'aiuto di Mr Incredibile, che questa volta svolgerà il suo ruolo di supereroe fra le quattro mura di casa. Esattamente come fanno tutti i giorni le mamme e i papà.
In questo sequel ci sono due livelli narrativi: Elastigirl è il supereroe ingaggiato come portavoce dei suoi simili per riportarli agli onori che meritano, Bob il supereroe chiamato a domare la quotidianità per quello che riguarda le esigenze dei tre figli, con il più piccolo, Jack-Jack, che finalmente darà libero sfogo ai suoi (finora taciuti, a parte il colpo di scena con cui si concludeva il primo film) stratosferici poteri.
C’è una parità di importanza di entrambi i livelli. E’ proprio questa proporzione che ho trovato straordinaria e innovativa. L’equilibrio fantastico su cui poggia l’intero film è il cuore stesso dell’ormai sterminata produzione Pixar: la famiglia.
La trama insiste sulla flessibilità dei ruoli, concentrandosi su quanto possa essere al contempo difficoltoso e gioioso essere genitori e figli.
Gli Incredibili 2 ci ricorda di quali poteri straordinari sono dotati i genitori e quanta straordinarietà ci sia nelle cose di tutti i giorni (la difficoltà nel far addormentare il piccolo Jack-Jack; i compiti di matematica per l’irrequieto Dash; il primo appuntamento per l’adolescente Violetta). Allo stesso tempo, ci rammenta che siamo umani, perché perfino un supereroe come Mr Incredibile ha bisogno di prendersi una nottata di pausa per recuperare le energie, affidando il piccolino di casa alla formidabile Edna Mode.
Perché, come sarà proprio lei a ricordare al papà Incredibile: “Se fatto bene il mestiere del genitore è un atto eroico.”
E voi vi sentite un po' supereroi?
Tommaso mi chiedeva di andarci da quando eravamo ancora al mare. Con tutti i trailer partiti molto prima della fatidica data, era un continuo “quando andiamo, mamma?” Difficile spiegargli che quello che vedeva in TV non era ancora nelle sale.
Stranamente non ci siamo presentati al botteghino il giorno dell’uscita. Il nostro momento è arrivato finalmente in un pomeriggio di pioggia.
Ovviamente le pigiapesti erano super gasati per il solo fatto di trovarsi sprofondati nelle poltroncine di velluto, di fronte al maxi schermo e con un secchiello di pop-corn più grande di loro in mano.
Dall'alto dei suoi 5 anni, a Tommaso è piaciuto molto il film: ha riso delle buffe vicende di papà Incredibile alle prese con il piccolo Jack-Jack e ha adorato le scene di combattimento tra supereroi. Ludovica, invece, in alcuni passaggi si è spaventata, confermandomi quello che da qualche pellicola Pixar a questa parte sospettavo, ovvero che questi film di animazione sono sempre più adatti a un pubblico di diversamente adulti, piuttosto che di bambini.
Al di là di questa considerazione, più in generale, ho apprezzato molto la storia. Solitamente non amo i sequel, finiscono per risultare banali e riduttivi rispetto all'originale, ma in questo caso ho trovato geniale il fatto che, pur essendo realizzato dopo quattordici anni dal primo capitolo, la storia riprenda esattamente da dove si era interrotta. Soprattutto la storia non perde efficacia, ma anzi, a mio parere finisce per diventare ancora più credibile e “moderna”, grazie anche alle enormi conquiste tecniche che ne aumentano la componente action e la rendono più spettacolare, come d'altronde deve essere per un film di supereroi.
Altro elemento dirompente è la scelta di ribaltare la prospettiva rispetto al primo capitolo. Sì, perché questa volta viene scelta Helen (Elastigirl) come “donna sul campo”, mentre Bob (Mr Incredibile) rimane a casa a badare ai figli.
In qualità di mamma, non posso che approvare questa scelta, che può sembrare rivoluzionaria, ma in qualche modo asseconda lo spirito dei tempi, in cui le donne occupano spazi e ricoprono funzioni prima inaccessibili, sebbene sia ancora piuttosto difficile uscire dal ruolo ordinario di mamma.
Per compiere la missione che le viene affidata, Elastigirl deve lasciare la sua famiglia per qualche giorno. Riuscirà nel suo compito, grazie al supporto e all'aiuto di Mr Incredibile, che questa volta svolgerà il suo ruolo di supereroe fra le quattro mura di casa. Esattamente come fanno tutti i giorni le mamme e i papà.
In questo sequel ci sono due livelli narrativi: Elastigirl è il supereroe ingaggiato come portavoce dei suoi simili per riportarli agli onori che meritano, Bob il supereroe chiamato a domare la quotidianità per quello che riguarda le esigenze dei tre figli, con il più piccolo, Jack-Jack, che finalmente darà libero sfogo ai suoi (finora taciuti, a parte il colpo di scena con cui si concludeva il primo film) stratosferici poteri.
C’è una parità di importanza di entrambi i livelli. E’ proprio questa proporzione che ho trovato straordinaria e innovativa. L’equilibrio fantastico su cui poggia l’intero film è il cuore stesso dell’ormai sterminata produzione Pixar: la famiglia.
La trama insiste sulla flessibilità dei ruoli, concentrandosi su quanto possa essere al contempo difficoltoso e gioioso essere genitori e figli.
Gli Incredibili 2 ci ricorda di quali poteri straordinari sono dotati i genitori e quanta straordinarietà ci sia nelle cose di tutti i giorni (la difficoltà nel far addormentare il piccolo Jack-Jack; i compiti di matematica per l’irrequieto Dash; il primo appuntamento per l’adolescente Violetta). Allo stesso tempo, ci rammenta che siamo umani, perché perfino un supereroe come Mr Incredibile ha bisogno di prendersi una nottata di pausa per recuperare le energie, affidando il piccolino di casa alla formidabile Edna Mode.
Perché, come sarà proprio lei a ricordare al papà Incredibile: “Se fatto bene il mestiere del genitore è un atto eroico.”
E voi vi sentite un po' supereroi?
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