Passa ai contenuti principali

Un giorno a Nizza

Siamo stati a Nizza per il ponte di Ognissanti insieme ad una coppia di amici e le loro due bambine. Il tempo alla partenza non era dei migliori, ma per fortuna ci ha accompagnati il sole, praticamente sempre, tranne un po’ di pioggia il giorno del rientro, quando oramai eravamo soddisfatti e l’abbiamo affrontata sorridendo.
La Costa Azzurra ha sempre un grande fascino, confesso che ultimamente l’avevo un po’ snobbata, preferendole la più caratteristica Provenza, ma questo viaggio mi ha fatto molto ricredere.
Data la vicinanza da Milano e considerando che ci eravamo prefissi più tappe, ci siamo mossi in auto. Come base per il soggiorno del lungo fine settimana abbiamo scelto Menton, la città della Costa Azzurra più vicina al confine italiano (solo 10 km da Ventimiglia), molto carina e sicuramente meno cara delle sue vicine più altolocate.
Menton è una città di mare elegante e rilassata, è la città dei limoni, con un lungomare alberato pieno di caffè e localini e una suggestiva “città vecchia”: la pedonale rue Saint-Michel è piena di negozietti artigianali, ristorantini e piazzette vivaci piene di gente seduta nei caffè.

A soli 30 km di distanza, Nizza è stata la tappa del primo giorno.

Abbiamo lasciato l’auto in uno dei numerosi parcheggi coperti, nelle vicinanze della famosa Promenade des Anglais, il lungo viale che costeggia il mare per circa sette chilometri, in un susseguirsi di casino e alberghi.
Abbiamo così iniziato il nostro tour della città con una rigenerante passeggiata sul lungomare.


Una delle cose che decisamente mi manca di più da quando vivo a Milano è il contatto con il mare, la possibilità di potermi trovare di fronte alla sua immensità nella mia vita di tutti i giorni e non solo in spiaggia d’estate. Così ogni volta che mi capita di essere al mare, soprattutto fuori stagione, provo una sensazione di godimento e pace che mi rigenera.
Poi sarà che la passeggiata che costeggia il lungomare della Baia degli Angeli mi ha ricordato la mia Napoli e il suo lungomare di Mergellina o saranno state le caratteristiche sedie blu che si susseguono in lunghe file per tutta la Promenade, rendendo il tutto più poetico, fatto è che sarei rimasta lì tutto il giorno, seduta sulla mia sedia blu a lasciare i miei pensieri al mare e ad osservare i bambini giocare in spiaggia.


Ma i bambini esaltati dalla vacanza non me l’avrebbero mai concesso.

 Così ci siamo diretti verso l’interno, alla scoperta della città vecchia. Per prima cosa ci siamo trovati nel bel mezzo del caratteristico Mercato dei Fiori su Cours Saleya, con le sue bancarelle dalle mille tonalità di colore, coperte dai tipici tendoni a righe.


Passeggiare nel mercato è così suggestivo e inebriante, si viene travolti da una varietà di profumi di fiori e di spezie.





Il mercato è aperto tutti i giorni dalle 6:00 alle 17:30 tranne il lunedì e i pomeriggi delle domeniche e dei giorni festivi.

Intorno alle bancarelle del Mercato dei Fiori è possibile mangiare o bere qualcosa in uno dei bellissimi locali in stile francese.
Noi però ci siamo addentrati negli stretti vicoli, incantati dai negozietti di prodotti tipici e abbiamo pranzato al Lou Pilha Leva nel cuore della città vecchia, assaggiando le tipiche fritture nizzarde, come i beignets d’aubergines o i beignets de courgettes (fette di melanzane o di zucchine fritte) o ancora i beignets de sardines (sardine in pastella) e la pissaladière (torta di cipolle tradizionale, ricoperta di olive nere e acciughe) da mangiare sui tavoli di legno lungo la strada.


Dopo pranzo ci siamo spostati verso l’area giochi della Promenade du Paillon, un magnifico e recente parco urbano di 12 ettari che va dal Teatro Nazionale di Nizza fino al mare.
Questa striscia verde lunga circa un chilometro, progettata e realizzata sopra il corso del fiume omonimo, è frutto di una spettacolare riqualificazione di un’area cittadina: sorge infatti al posto di una stazione degli autobus e di un parcheggio multipiano e segue il corso del fiume Paillon, che un tempo scorreva a cielo aperto mentre ora scorre proprio sotto a questo parco.


L’area giochi è enorme, ricca di attrazioni a forma di animali marini realizzate in legno e adatte a bambini fino a 12 anni. Ci sono attrazioni per ogni età, una più bella dell’altra: la tartaruga per fare arrampicare i più piccoli, i delfini con gli scivoli, una manta e una cernia per i mezzani mentre per i più grandi sono a disposizione un’enorme balena e una grande nave dove arrampicarsi.







I bambini li hanno adorati, in particolare la balena, e mentre loro si divertivano ad arrampicarsi, noi grandi ne abbiamo approfittato per riposarci sul prato al sole.


E’ stato difficile portarli via da lì, ma poco più in là ci aspettavano gli spettacolari giochi d’acqua di Place Masséna, la piazza che si può definire la più affascinante della città, così ampia e ariosa, ornata da sette statue, opere d’arte dell’artista Jaume Plensa, che rappresentano i sette continenti, intitolate “Conversazione a Nizza”: si tratta di 7 personaggi seduti posizionati sopra ad alte colonne e dislocate nell'intera piazza. Di sera queste statue si illuminano di diversi colori creando un effetto quasi magico.




Per completare il tour di Nizza, a questo punto, mancava il castello che sorge su una collina in posizione panoramica sulla Baia degli Angeli e il porto, dominando la città vecchia. Si può salire a piedi da più punti oppure si può prendere un comodo ascensore gratuito (comodo per i passeggini o per le persone disabili).
Ma viaggiare con i bambini ti porta a non rispettare gli itinerari prestabiliti dalle guide o da ciò che avevi in mente prima di partire, perché andare in giro con loro vuol dire rispettare i loro tempi e fermarsi un po’ di più a godere delle cose più semplici, ma forse anche più piacevoli.


Così passeggiando sulla via di ritorno verso la macchina, ci siamo rinfrescati con il gelato di Fenocchio, - la gelateria più rinomata della città, - e abbiamo fatto un altro giro sulla giostra dei Giardini Al Ier.


La giusta conclusione di una giornata piena e soddisfacente per tutti!



Voi siete stati a Nizza? Cosa vi è piaciuto di più?

Commenti

Post popolari in questo blog

I colori delle emozioni

A casa nostra il momento preferito per leggere è indiscutibilmente quello prima di dormire. Il rito della buonanotte prevede che, dopo aver lavato i denti, i bimbi scelgano la favola da leggere , non senza diverse diatribe e discussioni. La maggior parte delle volte, le storie sono due, perché loro sono due, perché in quel momento ognuno vuole leggere il racconto che non sta leggendo l’altro, ma soprattutto perché ogni ragione è buona per posticipare il fatidico incontro con Morfeo. C’è un libro che piace molto a entrambi e quando uno dei due lo sceglie, riesce stranamente a mettere d’accordo anche l’altro. Si tratta de “I colori delle emozioni” di Anna Llenas, un libro pop-up che prova a fare ordine fra i vari stati d’animo in maniera creativa ed originale. Tutti noi, adulti e bambini, proviamo nel corso della vita diverse emozioni : gioia , rabbia , tristezza , paura . Ognuno di noi però le elabora e le gestisce in modo diverso. La capacità di individuare, riconosce

Slingback per tutte!

In questi giorni ero alla ricerca di un paio di scarpe eleganti ma non troppo, originali ma anche semplici, pratiche ma non sportive. Insomma: un’impresa! Ma quando si tratta di scarpe, non c’è missione impossibile che tenga. Noi donne sicuramente ne usciamo vincitrici e con una scatola di scarpe nella shopper! E così è stato anche questa volta. Sfogliando riviste di moda e buttando un occhio su internet, ho scoperto il ritorno delle slingback ! Innanzitutto ho scoperto il loro vero nome. Io le ho sempre chiamate Chanel , in onore dell’inimitabile Coco Chanel che le ha inventate poco più di 60 anni fa. Le scarpe con il tacco medio, chiuse in punta, aperte sul retro, sigillate da un cinturino sottile dietro la caviglia e realizzate per la prima volta all'epoca (correva l’anno 1957) in pelle bicolore: nero e beige, le nuance emblema della maison. Scarpa-icona Chanel bicolore (1957) Io ho almeno due slingback tra la mia collezione di scarpe: una è rosa cipria e l’altr

Ninnananna Ninna-o

I bambini sono abitudinari e costruire la routine permette loro fin da piccoli di interiorizzare lo schema della giornata e sapere cosa aspettarsi nel prossimo futuro. In questo modo si riduce moltissimo l'ansia del non sapere che cosa accadrà: per il bambino la routine è rassicurante , gli permette di sentirsi in un ambiente con delle certezze e delle costanti. La routine gli dà la sicurezza che i suoi bisogni saranno soddisfatti, così inizierà da solo a cercare nell'ambiente dei punti di riferimento spazio-temporali per orientarsi in maniera sempre più precisa e consapevole. Ok. Questa è la teoria. La capisco e la condivido e ho sempre cercato di scandire una routine per i miei bambini: la routine della pappa, quella del bagnetto e quella della nanna. O meglio, in linea di massima, cerchiamo di fare le cose nello stesso ordine e con tempi e modalità che si ripetono, ma non sono mai stata troppo rigida, perché ritengo anche che i bambini debbano imparare ad essere f