Ormai è una settimana, anche un po’ di più, che Tommaso dorme da solo.
Sì, Tommaso è il mio bambino di quattro anni e fino ad una settimana fa non si addormentava se non c’eravamo io o il suo papà accanto a lui.
Lo so che non è una situazione così insolita, ma negli ultimi mesi ho avuto la sensazione di essere circondata solo da mamme di bimbi che dormono da soli nella loro cameretta, praticamente da sempre, e che in qualche modo hanno contribuito a farmi sentire una mamma incapace di far compiere al proprio figlio un passo così importante, come raggiungere l’autonomia del sonno.
Non vi racconto adesso la storia di come siamo finiti a dormire prima in tre e poi in quattro nel lettone e di come questo abbia fatto stare bene tutti per tanto tempo. Vi prometto che questo sarà un altro post!
Per quattro anni e mezzo Tommy si è addormentato avendomi vicina e quei minuti (a volte ore) prima di crollare fra le braccia mie e di Morfeo sono diventati “il nostro momento speciale”.
Dopo aver saltato sul divano per tutta sera, dopo averlo rincorso per tutta casa per infilargli il pigiama, dopo aver avviato le trattative per stabilire quanti e quali libri leggere, nella calma e nell'intimità del letto, Tommaso mi racconta le sue cose, i suoi pensieri, i suoi segreti, la sua vita insomma. Tutto quello che quando gli chiedo “com'è andata oggi, amore?” ha come risposta “non lo so”, “non mi ricordo” o le volte che è di buon umore, diventa addirittura un “bene” e poi il nulla, improvvisamente nella penombra si trasforma in discorsi lunghissimi.
Lì sotto le coperte, ho ho imparato a conoscere i suoi amichetti preferiti e quelli che danno le botte. Ho scoperto che alcune volte anche lui ha fatto qualche dispetto a qualche suo compagno di classe e che la maestra lo ha messo seduto a pensare. Mi ha rivelato le cose che scopriva parlando con i suoi amichetti.
Con la sua testa accanto alla mia sul cuscino, lui mi chiede “com'è andata la tua giornata, mamma?” e poi mi racconta qualche aneddoto del giorno: i nuovi giocattoli che ha portato Babbo Natale in classe; la storia dell’alieno che la maestra ha letto quel giorno e la sua scelta di Giove per il lavoretto sui pianeti, perché Giove è il più grande.
E’ stato lì, occhi negli occhi, che mi ha confessato di avere una fidanzatina.
Una volta mi ha chiesto se da grande sarà un papà e quando gli ho risposto di sì, ha affermato in tutta certezza che avrà due bimbi, un maschietto e una femminuccia (aveva scelto anche i nomi!).
Poi una sera mi ha detto quello che tutte le mamme di figli maschi si sono sentite dire almeno una volta nella vita.
“Mamma, io non mi voglio sposare. E non voglio dare i baci alle altre femmine.”
“Va bene, amore se non vuoi sposarti non fa nulla. Magari poi da grande avrai voglia.”
“Mamma, ma papà ti ha dato il bacio quando vi siete sposati?”
“Sì, amore mio.”
“Io non voglio dare i baci alle altre femmine. Solo a te.”
E così dicendo mi ha abbracciato forte forte e mi ha riempito di baci.
Perché i maschietti sono così: teneri e affettuosi, capaci fin da piccoli di farti sciogliere con le loro parole dolci e le loro infinite coccole, illudendoti che saranno tuoi per sempre.
Beh, adesso che Tommaso dorme da solo, avrò guadagnato un po’ di “libertà” in più la sera, ma sento di aver perso qualcosa di magico.
Oggi la sua classe è andata in gita, solo i bimbi con le educatrici. Lui era felicissimo, non è mai stato così veloce a fare colazione e a vestirsi come questa mattina. Non vedeva l’ora di farla questa nuova esperienza.
Io ero nel gruppetto mamme-appostate-dietro-la-siepe, mentre loro salivano sul bus in fila per due e non facevo altro che pensare quale sarebbe stato il momento che il mio ometto avrebbe scelto per raccontarmi la sua giornata.
Sì, Tommaso è il mio bambino di quattro anni e fino ad una settimana fa non si addormentava se non c’eravamo io o il suo papà accanto a lui.
Lo so che non è una situazione così insolita, ma negli ultimi mesi ho avuto la sensazione di essere circondata solo da mamme di bimbi che dormono da soli nella loro cameretta, praticamente da sempre, e che in qualche modo hanno contribuito a farmi sentire una mamma incapace di far compiere al proprio figlio un passo così importante, come raggiungere l’autonomia del sonno.
Non vi racconto adesso la storia di come siamo finiti a dormire prima in tre e poi in quattro nel lettone e di come questo abbia fatto stare bene tutti per tanto tempo. Vi prometto che questo sarà un altro post!
Per quattro anni e mezzo Tommy si è addormentato avendomi vicina e quei minuti (a volte ore) prima di crollare fra le braccia mie e di Morfeo sono diventati “il nostro momento speciale”.
Dopo aver saltato sul divano per tutta sera, dopo averlo rincorso per tutta casa per infilargli il pigiama, dopo aver avviato le trattative per stabilire quanti e quali libri leggere, nella calma e nell'intimità del letto, Tommaso mi racconta le sue cose, i suoi pensieri, i suoi segreti, la sua vita insomma. Tutto quello che quando gli chiedo “com'è andata oggi, amore?” ha come risposta “non lo so”, “non mi ricordo” o le volte che è di buon umore, diventa addirittura un “bene” e poi il nulla, improvvisamente nella penombra si trasforma in discorsi lunghissimi.
Lì sotto le coperte, ho ho imparato a conoscere i suoi amichetti preferiti e quelli che danno le botte. Ho scoperto che alcune volte anche lui ha fatto qualche dispetto a qualche suo compagno di classe e che la maestra lo ha messo seduto a pensare. Mi ha rivelato le cose che scopriva parlando con i suoi amichetti.
Con la sua testa accanto alla mia sul cuscino, lui mi chiede “com'è andata la tua giornata, mamma?” e poi mi racconta qualche aneddoto del giorno: i nuovi giocattoli che ha portato Babbo Natale in classe; la storia dell’alieno che la maestra ha letto quel giorno e la sua scelta di Giove per il lavoretto sui pianeti, perché Giove è il più grande.
E’ stato lì, occhi negli occhi, che mi ha confessato di avere una fidanzatina.
Una volta mi ha chiesto se da grande sarà un papà e quando gli ho risposto di sì, ha affermato in tutta certezza che avrà due bimbi, un maschietto e una femminuccia (aveva scelto anche i nomi!).
Poi una sera mi ha detto quello che tutte le mamme di figli maschi si sono sentite dire almeno una volta nella vita.
“Mamma, io non mi voglio sposare. E non voglio dare i baci alle altre femmine.”
“Va bene, amore se non vuoi sposarti non fa nulla. Magari poi da grande avrai voglia.”
“Mamma, ma papà ti ha dato il bacio quando vi siete sposati?”
“Sì, amore mio.”
“Io non voglio dare i baci alle altre femmine. Solo a te.”
E così dicendo mi ha abbracciato forte forte e mi ha riempito di baci.
Perché i maschietti sono così: teneri e affettuosi, capaci fin da piccoli di farti sciogliere con le loro parole dolci e le loro infinite coccole, illudendoti che saranno tuoi per sempre.
Beh, adesso che Tommaso dorme da solo, avrò guadagnato un po’ di “libertà” in più la sera, ma sento di aver perso qualcosa di magico.
Come tutti i passaggi importanti nella crescita di un bambino, non possiamo ostacolarli per il nostro futile egoismo, ma incentivarli e trovare nuovi equilibri per continuare ad essergli vicini mentre diventano grandi.
Adesso la sera, dopo aver letto il nostro libro, lui sale sul suo letto a castello, dicendomi “io dormo da solo, mamma!”. Mentre gli dico “bravo”, mi sento fiera e triste nello stesso tempo. So che adesso troveremo altri momenti per raccontarci le nostre cose, ma intanto il mio cuore piange un po’.Oggi la sua classe è andata in gita, solo i bimbi con le educatrici. Lui era felicissimo, non è mai stato così veloce a fare colazione e a vestirsi come questa mattina. Non vedeva l’ora di farla questa nuova esperienza.
Io ero nel gruppetto mamme-appostate-dietro-la-siepe, mentre loro salivano sul bus in fila per due e non facevo altro che pensare quale sarebbe stato il momento che il mio ometto avrebbe scelto per raccontarmi la sua giornata.
Che dolcezza Rox, qui mi è scesa la lacrimuccia :-)
RispondiEliminaChe bello... Non vedo l'ora che Riccardo inizi a parlare :)
RispondiElimina:) E' bellissimo quando iniziano a parlare! Ti divertirai tantissimo!
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