Domani le pigiapesti ritornano a scuola. Le vacanze sono finite ormai da un po’ e il trauma del rientro in ufficio l’ho già affrontato (sarebbe meglio dire che lo sto ancora vivendo), ma domani si inizia sul serio.
Da domani suoneranno le sveglie incrociate per trovarci tutti pronti sull'uscio di casa in tempo per la campanella del pre-scuola. Da domani riprenderanno le lotte con Ludovica per decidere l’outfit del giorno. In realtà le trattative non si sono mai interrotte, ma i tempi lenti delle vacanze ci hanno consentito di gestire le divergenze di opinione sugli abbinamenti con più relax. Più in generale, sono arrivata alla conclusione che è inutile opporsi, a meno che non voglia mettersi i sandali quando piove o i collant con i cuoricini luccicosi in pieno agosto. Da domani dovremmo ingegnarci per convincere Tommaso a fare colazione e a vestirsi riducendo all'osso i suoi momenti di shut-down post-risveglio. Anzi da domani no, visto che gli orari lunghi dell’inserimento ci consentiranno di prendercela un po’ più con calma e fa niente se la mamma dopo l’inserimento dovrà fare le corse in ufficio e non importa se proprio domani il papà sarà fuori città in trasferta.
Sento ancora i benefici della vacanza, perciò respirerò profondamente e farò tutto ciò che prevede il programma della giornata.
Perché non siamo perfetti, ma fa niente. Va bene così.
Sono state delle belle vacanze perché eravamo noi quattro e ci siamo divertiti.
Avevamo due magnifici lettini sotto l’ombrellone, ma quest’estate la piccola peste di casa ha deciso basta nanna in spiaggia, lasciandomi solo l’illusione di un pisolino, così i lettini sono stati un’ottima pista per le macchinine della pigiapeste più grande.
In spiaggia abbiamo mangiato tanta frutta, ma ancora più gelati e ci siamo quasi sempre sporcati. Abbiamo scavato buche e fatto delle bellissime sculture di sabbia, portando a casa una fantastica abbronzatura stile "ringo".
Ci siamo riempiti di crema protettiva 50+ fino all'ultimo giorno, perché non volevo rischiare di bruciacchiare una seconda volta la mia bimba.
Il libro che avevo scelto per le vacanze ho iniziato a leggerlo settimana scorsa in metropolitana.
Ho rischiato l’infarto tutte le volte che la piccola temeraria decideva di avventurarsi in acqua senza braccioli, sprofondava e riemergeva ridendo come una matta, mentre io intanto avevo perso dieci anni di vita.
Le passeggiate serali finivano la maggior parte delle volte con Ludovica che si addormentava in braccio (come ovvia conseguenza della sopracitata nanna non fatta) e no, noi il passeggino non lo usiamo più, perchè lei preferisce andare a piedi.
I bimbi, sovreccitati per le vacanze e i mille input nuovi, hanno fatto fatica a rispettare le regole mentre noi, desiderosi di staccare la spina, li abbiamo lasciati “più liberi”. Qualche volta li abbiamo sgridati e altre volte abbiamo litigato. Ma la maggior parte delle volte abbiamo riso e sono state vacanze perfette, perché eravamo concentrati su di noi e ognuno di noi ha fatto la sua parte per viverci appieno il nostro tempo insieme.
Fa niente se il divano letto in campagna era scomodo, se le passeggiate in montagna terminavano sempre con Ludovica sulle spalle, qualche volte iniziavano pure così. Non importa che Tommaso si sia rifiutato di andare allo zoo safari, nonostante avessimo organizzato tutta la giornata ad hoc.
Ogni famiglia è perfettamente imperfetta. E va bene così.
Quando rallenti i ritmi capisci che i ritmi che ti dai o che ti danno spesso ti ingabbiano. Le vacanze sono liberatorie anche per questo.
Dopo queste vacanze comprendo meglio le parole di Donald Winnicott, psicoanalista inglese che ha avuto il merito di liberare la figura materna dall'incombenza del dover essere perfetta e infallibile per non cagionare traumi irreversibili ai propri figli. Questo brillante uomo è riuscito a smantellare la figura della madre dispensatrice di cura e amore senza sviste, lacune, imprecisioni, per farne emergere un’alternativa di madre imperfetta, ma sana e affettivamente presente.
Per Winnicott la madre “sufficientemente buona” è una donna spontanea, autentica e vera che, con ansie e preoccupazioni, stanchezza, scoramenti e sensi di colpa emerge come figura in grado di trasmettere sicurezza e amore.
Così, - dicevo, - domani respirerò profondamente e farò tutto, con un po’ di ansia e un po’ di fretta, sorridendo per la nuova avventura che ogni nuovo anno scolastico porta con sé e cercando di nascondere le lacrime quando vedrò entrare per la prima volta la mia piccolina nella sua nuova classe alla scuola materna, perché è proprio vero, come dice lei che “sta diventando grande”. Farò una corsa in ufficio per limitare inutilmente il mio ritardo e farò un’altra corsa all'uscita per riuscire a passare anche al supermercato prima di tornare a casa. Preparerò la cena e mi lascerò convincere, come al solito, a leggere una storia prima di dormire.
Andrò a letto stanca, ma felice perché è tutto così perfettamente imperfetto!
Buona ripresa a tutte e speriamo che l'effetto vacanza duri un po'! 😉
Da domani suoneranno le sveglie incrociate per trovarci tutti pronti sull'uscio di casa in tempo per la campanella del pre-scuola. Da domani riprenderanno le lotte con Ludovica per decidere l’outfit del giorno. In realtà le trattative non si sono mai interrotte, ma i tempi lenti delle vacanze ci hanno consentito di gestire le divergenze di opinione sugli abbinamenti con più relax. Più in generale, sono arrivata alla conclusione che è inutile opporsi, a meno che non voglia mettersi i sandali quando piove o i collant con i cuoricini luccicosi in pieno agosto. Da domani dovremmo ingegnarci per convincere Tommaso a fare colazione e a vestirsi riducendo all'osso i suoi momenti di shut-down post-risveglio. Anzi da domani no, visto che gli orari lunghi dell’inserimento ci consentiranno di prendercela un po’ più con calma e fa niente se la mamma dopo l’inserimento dovrà fare le corse in ufficio e non importa se proprio domani il papà sarà fuori città in trasferta.
Sento ancora i benefici della vacanza, perciò respirerò profondamente e farò tutto ciò che prevede il programma della giornata.
Perché non siamo perfetti, ma fa niente. Va bene così.
Sono state delle belle vacanze perché eravamo noi quattro e ci siamo divertiti.
Avevamo due magnifici lettini sotto l’ombrellone, ma quest’estate la piccola peste di casa ha deciso basta nanna in spiaggia, lasciandomi solo l’illusione di un pisolino, così i lettini sono stati un’ottima pista per le macchinine della pigiapeste più grande.
In spiaggia abbiamo mangiato tanta frutta, ma ancora più gelati e ci siamo quasi sempre sporcati. Abbiamo scavato buche e fatto delle bellissime sculture di sabbia, portando a casa una fantastica abbronzatura stile "ringo".
Ci siamo riempiti di crema protettiva 50+ fino all'ultimo giorno, perché non volevo rischiare di bruciacchiare una seconda volta la mia bimba.
Il libro che avevo scelto per le vacanze ho iniziato a leggerlo settimana scorsa in metropolitana.
Ho rischiato l’infarto tutte le volte che la piccola temeraria decideva di avventurarsi in acqua senza braccioli, sprofondava e riemergeva ridendo come una matta, mentre io intanto avevo perso dieci anni di vita.
Le passeggiate serali finivano la maggior parte delle volte con Ludovica che si addormentava in braccio (come ovvia conseguenza della sopracitata nanna non fatta) e no, noi il passeggino non lo usiamo più, perchè lei preferisce andare a piedi.
I bimbi, sovreccitati per le vacanze e i mille input nuovi, hanno fatto fatica a rispettare le regole mentre noi, desiderosi di staccare la spina, li abbiamo lasciati “più liberi”. Qualche volta li abbiamo sgridati e altre volte abbiamo litigato. Ma la maggior parte delle volte abbiamo riso e sono state vacanze perfette, perché eravamo concentrati su di noi e ognuno di noi ha fatto la sua parte per viverci appieno il nostro tempo insieme.
Fa niente se il divano letto in campagna era scomodo, se le passeggiate in montagna terminavano sempre con Ludovica sulle spalle, qualche volte iniziavano pure così. Non importa che Tommaso si sia rifiutato di andare allo zoo safari, nonostante avessimo organizzato tutta la giornata ad hoc.
Ogni famiglia è perfettamente imperfetta. E va bene così.
Quando rallenti i ritmi capisci che i ritmi che ti dai o che ti danno spesso ti ingabbiano. Le vacanze sono liberatorie anche per questo.
Dopo queste vacanze comprendo meglio le parole di Donald Winnicott, psicoanalista inglese che ha avuto il merito di liberare la figura materna dall'incombenza del dover essere perfetta e infallibile per non cagionare traumi irreversibili ai propri figli. Questo brillante uomo è riuscito a smantellare la figura della madre dispensatrice di cura e amore senza sviste, lacune, imprecisioni, per farne emergere un’alternativa di madre imperfetta, ma sana e affettivamente presente.
Per Winnicott la madre “sufficientemente buona” è una donna spontanea, autentica e vera che, con ansie e preoccupazioni, stanchezza, scoramenti e sensi di colpa emerge come figura in grado di trasmettere sicurezza e amore.
Così, - dicevo, - domani respirerò profondamente e farò tutto, con un po’ di ansia e un po’ di fretta, sorridendo per la nuova avventura che ogni nuovo anno scolastico porta con sé e cercando di nascondere le lacrime quando vedrò entrare per la prima volta la mia piccolina nella sua nuova classe alla scuola materna, perché è proprio vero, come dice lei che “sta diventando grande”. Farò una corsa in ufficio per limitare inutilmente il mio ritardo e farò un’altra corsa all'uscita per riuscire a passare anche al supermercato prima di tornare a casa. Preparerò la cena e mi lascerò convincere, come al solito, a leggere una storia prima di dormire.
Andrò a letto stanca, ma felice perché è tutto così perfettamente imperfetto!
Buona ripresa a tutte e speriamo che l'effetto vacanza duri un po'! 😉
Commenti
Posta un commento